Russell Bertrand - 1945 - Storia della filosofia Occidentale Vol 2 by Russell Bertrand

Russell Bertrand - 1945 - Storia della filosofia Occidentale Vol 2 by Russell Bertrand

autore:Russell Bertrand
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2012-03-11T23:00:00+00:00


8: GIOVANNI SCOTO.

Giovanni Scoto, cui talvolta si aggiunge l’appellativo Eriugena o Erigena, (Questa aggiunta è superflua; essa darebbe al nome il seguente significato: «Giovanni Irlandese d’Irlanda». Nel nono secolo «Scoto» significava «Irlandese».) è il più sorprendente personaggio del nono secolo; sarebbe stato meno sorprendente se fosse vissuto nel quinto o nel sesto secolo. Era irlandese, neoplatonico, profondo studioso del greco, pelagiano, panteista. Passò gran parte della sua vita sotto la protezione di Carlo il Calvo re di Francia e, pur essendo certamente lontano dall’ortodossia, sfuggì tuttavia, per quanto ne sappiamo, alla persecuzione.

Poneva la ragione al di sopra della fede e non teneva conto dell’autorità degli ecclesiastici; tuttavia il suo arbitrato veniva richiesto per risolvere le loro controversie.

Per comprendere un uomo simile, dobbiamo volgere prima la nostra attenzione alla cultura irlandese nei secoli successivi a San Patrizio.

A parte il fatto, estremamente penoso, che San Patrizio era inglese, ci sono altre due circostanze poco meno penose: primo, che c’erano dei cristiani in Irlanda prima ch’egli ci andasse; secondo, che qualunque cosa egli possa aver fatto per il Cristianesimo irlandese, non è a lui che è dovuta la cultura irlandese.

Al tempo dell’invasione della Gallia (dice un autore gallico), prima da parte di Attila, poi da parte dei Goti, dei Vandali e di Alarico, «tutti gli uomini colti fuggirono attraverso il mare, e nei paesi al di là del mare, e cioè in Irlanda, e dovunque si rifugiarono, portarono agli abitanti di quelle regioni un enorme progresso culturale». (Cambridge Medieval History, 3, 501) Se alcuni di loro cercarono rifugio in Inghilterra, gli Angli, i Sassoni e gli Iuti devono averne cancellato le tracce; ma coloro che andarono in Irlanda riuscirono, insieme ai missionari, a trapiantarvi gran parte della scienza e della civiltà che stavano scomparendo sul continente. Ci sono buone ragioni per credere che nel corso del sesto, settimo e ottavo secolo sopravvivesse tra gli Irlandesi la conoscenza del greco, oltre ad una considerevole familiarità con i classici latini.

(Questa questione è attentamente discussa nella Cambridge Medieval History, 3, capitolo 19, e la conclusione è in favore della tesi che gli Irlandesi conossessero il greco.) Il greco era conosciuto in Inghilterra fin dal tempo di Teodoro, arcivescovo di Canterbury (669- 690), che era appunto un greco, ed era stato educato ad Atene; può darsi benissimo che fosse conosciuto nel Nord, anche ad opera dei missionari irlandesi. «Durante la seconda parte del settimo secolo», dice Montague James, «era in Irlanda che la sete di sapere era più viva, e l’insegnamento più attivamente esercitato. La lingua latina (e, in grado minore, la greca) era studiata in modo approfondito… Quando, spinti prima dallo zelo missionario e poi dalle agitate condizioni della patria, essi passarono in gran numero sul continente, acquistarono la tecnica di rintracciare i frammenti che avevano già imparato a valutare.» Erico d’Auxerre, intorno all’876, descrive l’importanza che ebbero gli studiosi irlandesi. «L’Irlanda, sprezzando i pericoli del mare, sta emigrando quasi in massa con la sua folla di filosofi verso le nostre rive, e tutti i più



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.